Probabilmente non è una sorpresa che le carie dentarie sono tra le malattie più diffuse nei giorni d’oggi. Ma potreste non intuire che questo problema non deve essere necessariamente ricondotto all’alimentazione di dolci o bevande zuccherate consumate nell’età moderna. Lo dimostrano le scoperte recenti dei ricercatori marocchini. Durante i loro scavi hanno scoperto uno scheletro di cacciatore-raccoglitore dell’Età della pietra, vissuto circa 13700 anni fa. Dopo essere stato accuratamente analizzato il reperto, gli studiosi hanno raccolto delle prove che il nostro antenato aveva accusato problemi di carie dentali.
Le analisi e quello che ci raccontano
In quell’epoca lontana la gente si nutriva delle piante ricche di carboidrati che hanno compromesso i loro denti. Perciò possiamo dedurre che soffrivano di dolori molto forti a causa dei loro denti danneggiati, cariati. Tutto ciò lo conferma questa citazione presa dalla rivista scientifica statunitense PNAS:
“Ad un certo punto la polpa dentale muore ma fino a quel punto il dolore può essere difficilmente sopportato. Se si forma anche un ascesso, allora il dolore diventa veramente una tortura perché fa pressione sulla mandibola. Dopo un po’ l’osso si perfora, e l’ascesso svanisce. In questo modo sono presenti delle tracce sulla mascella che possono essere esaminate.” - disse Louise Humphrey, uno degli studiosi del Museo di Storia Naturale di Londra.
La carie nel mondo
Nel nostro mondo moderno un dente cariato è considerato una malattia comune. Il motivo principale è che sempre più prodotti zuccherati sono collocati sugli scaffali dei negozi e mangiati da noi, consumatori. Prima era diverso, ma con l’avvento dell’agricoltura è cambiato tutto. La popolazione ha cominciato a occuparsi della coltivazione delle piante che significava anche nutrirsi sempre di più di cibi ricchi di carboidrati. Con la rivoluzione industriale la situazione è ulteriormente peggiorata, bastava meno tempo per produrre ancora di più. Tuttavia nel paleolitico le popolazioni di cacciatori-raccoglitori hanno sofferto molto degli effetti delle piante e delle bacche ad alto contenuto di zuccheri.
I risultati degli scavi in Marocco
Negli ultimi 10 anni, nella grotta Des pigeons del Marocco orientale, i ricercatori hanno raccolto molti scheletri e reperti. Hanno analizzato lo stato dei denti di 52 adulti, e solo tre di questi scheletri non hanno mostrato carie dentale. Oltre la metà dei denti esaminati furono scoperti fratture o altre lesioni. Ma c'erano anche reperti con mascelle in condizioni così brutte da formarsi anche degli ascessi. Questi scheletri sono vissuti circa 13.700 e 15.000 anni fa.
La vita nell’età della Pietra
Durante gli scavi non sono stati trovati solo scheletri umani ma anche residui di piante selvatiche e concentrazioni di vari vegetali commestibili. Tutto ciò indica che la popolazione dell'età della pietra volentieri consumava dei pistacchi, ghiande, pinoli e lumache. Forse avevano qualche pratica per mantenere pulita la cavità orale e i denti, ma a causa del consumo di tali alimenti, i batteri si diffondevano rapidamente nella bocca distruggendo lo smalto dentale. Questo ci suggerisce che il popolo dell'Età della pietra non soffriva solo del dolore causato dalla carie, ma anche dagli sgradevoli odori della bocca. Gli esperti hanno scoperto che, anche se lo stile di vita nomade è rimasto, questo stesso è associato anche a una sorta di stile di vita sedentaria. Ciò è supportato dalle tombe allungate trovate nelle grotte e dai depositi di rifiuti rudimentali nei quali sono stati raccolti i resti dei vegetali.
Louise Humphrey, una collega del Museo di Storia Naturale di Londra, pensava che le lesioni trovate nelle scoperte dei reperti fossero in realtà causate da ragioni culturali. La sua teoria è stata dimostrata con la rimozione di uno o entrambi gli incisivi centrali-superiori nel 90% degli scheletri analizzati. Purtroppo finora non hanno trovato nessuna risposta riguardo ai denti cariati che sono stati rimossi oppure non lo sono stati.